Tifiamo Rivolta

" Non risplende più il sole che scaldava la povera gente, Sta cambiando l' aria il vento dell' Ovest non si fermerà...

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nostalgico
CAT_IMG Posted on 14/12/2008, 00:52




A Bela Kun: anche senza aver letto il tuo intervento (l’hai mandato mentre scrivevo il mio e l’ho visto dopo averlo spedito), sulla questione Pcf penso di aver già risposto.
Sono d’accordo, infatti dicevo di poter essere “indulgente” (tra virgolette) verso atteggiamenti paternalistici, retorici e un po’ingenui verso gli stranieri, immigrati, eccetera, molti anni fa. Certo la direzione non poteva non avere le idee chiare, Infatti era implicita, credo, la mia critica all’atteggiamento tiepido e ondivago del Pcf sull’Algeria, eccetera. Ne so poco, conto di approfondire.

Circa il Pci, aspetto l’articolo (lo scrivo senza polemica).
Non so quanto all’epoca ci fosse controllo sugli articoli (era pur sempre il 1966, quindi già c’era un po’meno censura e rigidezza, al giornale, credo), certamente c’era ma magari era lo “sfrondone“ del giornalista, o le notizie che arrivavano deformate e non c’erano fonti alternative. Penso che le sole comunicazioni in quel caso (si trattava di fati che avvenivano negli Stati Uniti) venissero da agenzie statunitensi.
Poi sicuramente, in generale si sapeva della situazione dei neri negli Stati Uniti, ovvio, quindi con un po’di immaginazione si poteva capire che dietro gli scontri ci fossero proteste dei neri contro la segregazione e quindi che tali proteste, violenze, eccetera, fossero più che giustificate.
Ripeto che, sicuramente, un’affermazione come quella riportata è certo ottusa e totalmente condannabile. Concordo in pieno.
Comunque, andrei anche a guardare globalmente le posizioni del partito e del giornale, non solo il singolo articolo o lo scivolone di un giornalista.

Sull’atteggiamento da pompiere del Pci, specie verso l’”estrema sinistra” italiana, o già scritto qua e là.
Il Pci certo aveva una visione “conservatrice”, di “partito d’ordine”. Era riformista e prudente, temeva "fughe in avanti" (a voler guardare dall'altro lato, si può dire che era opportunista e venduto). Inoltre temeva infiltrazioni nei movimenti di protesta, provocazioni, tentativi di creare occasioni per destabilizzare, oltre a qualunque "avventurismo" o "estremismo".

Inoltre, le proteste e le posizioni dei movimenti studenteschi, dei gruppi degli anni Settanta, erano anche contro il lavoro salariato, il Pci, la mentalità borghese e conformista, eccetera. Magari poi riporto un mio vecchio intervento dal forum dell’Uaar. Come scritto anche da qualche parte su giovaninternazionalsti, il Pci talvolta non capì le proteste e istanze giovanili, le respinse come piccoloborghesi e individualiste, eccetera.
Da parte dei giovani c’era una spinta anarcoide in cui la rivolta contro la società dell’epoca poteva tingersi di ribellismo, “diciannovismo”, eccetera. Fra i vari testi che ho letto a riguardo, il libro della Annunziata “1977” mi sembra molto lucido, al riguardo.
Anche “Rose e pistole” di Cappellini (Sperling&Kupfer) è interessante.

Oggi come oggi, posso dire di essere dalla parte del Pci all’80%. Ma su certe cose non mi sento di prendere posizione oggi. Anche sulla cacciata di Lama dalla Sapienza ho qualche difficoltà. E lo dico oggi, nel 2008, figuriamoci trenta e più anni fa, mentre quelle cose avvenivano, come sarebbe stato difficile capire da che parte fosse giusto stare. A parte il fatto che non è detto che si dovesse necessariamente scegliere l’uno o l’altro.
Intendo solo che cerco di capire cosa muovesse gli uni e gli altri, i punti di vista di entrambi, eccetera.

Circa il fatto che scrivi che secondo te il socialismo reale non c’è mai stato.
Magari era una battuta, un gioco di parole. Io intendevo “socialismo reale” appunto nel senso comune, quello “realizzato”, ovvero i paesi dell’Est.
Peraltro, sappiamo bene che la definizione era spesso utilizzata in senso negativo.
Per me non c’è problema a dire che il “reale socialismo”, cioè quello con la S maiuscola non c’è mai stato. Non ho mai detto che al’Est ci fosse socialismo o comunismo o altro.
Anche perché, in effetti, poco m’importa. Sono anche un po’provocatorio, ma quello che c’era a Mosca, a Berlino est o a Cuba, non m’importa molto classificarlo.
Chiamiamolo stato operaio degenerato, chiamiamolo capitalismo di stato (con forte stato sociale), chiamiamolo dittatura populista (vedi Cuba), poco cambia.
Pragmaticamente, quello che conta è quello che significava. E, fatti i pro e contro, mi va bene.
Poi certo, la perfezione non è di questo mondo. Perché non c’era stata una rivoluzione mondiale, certo, ma soprattutto perché, come scrivo anche nella discussione che ho aperto “Socialismo e realtà”, il problema di fondo è che il materiale con cui si costruisce, ovvero gli uomini, è di qualità scadente.
Anche qui e nella discussione sul razzismo all’Est, ho detto chiaramente di poliziotti corrotti, gente ottusa e razzista, eccetera.
Per non parlare di dirigenti e amministratori.
Il problema è sempre “chi controlla i controllori??”.

A Elpidio: su Cuba siamo perfettamente d’accordo.
Scusa, non intendevo dire che Castro fosse diventato “comunista” per opportunismo. Se ben ricordo, era un avvocato di idee radicali, progressiste, democratiche, puntava alla lotta al latifondo, alla fine delle ingiustizie sociali, alla liberazione dal controllo statunitense che aveva reso Cuba un paese metà casinò e metà bordello. C’era molto Bolivar e Josè Martì, nel suo pensiero, ma sicuramente conosceva e non era insensibile al marxismo.
Quasi sicuramente sarebbe arrivato lo stesso a dirsi socialista o comunista.
O forse non lo avrebbe detto apertamente (aveva già abbastanza problemi con gli Usa comunque) se non avesse stretto legami e accordi economici e politici con l’Urss. Solo ipotesi, ovvio. Per me ha fatto benissimo come ha fatto.
Peraltro aveva preso il potere a soli trentatre anni.

Il lungo brano circa la “dittatura del proletariato” a Cuba mi pare tu l’abbia aggiunto in seguito.
Non so se fosse destinato a me o a Bela Kun.
Confermo: va bene così e basta. Con gli Usa a poche miglia (per non parlare di Guantanamo) non si poteva fare altro.
Peraltro è vero che Cuba era un paese di latifondisti reazionari, razzisti, eccetera.
Pugno di ferro e carcere duro, altro che chiacchiere.
Poi certo, errori, eccessi, abusi, ingiustizie, ci saranno state, e ci saranno ancora. Ma insomma, che ci provino quelli che sparano a zero e la criticano (non mi riferisco a te, Bela, è chiaro) a fare meglio…

Un’amica della mia compagna era stata novizia in un ordine di quelli strapoveri ed aveva trascorso qualche anno a Cuba, una decina di anni fa. Vi torna regolarmente (anche se non ha più preso i voti) ed è sempre i contatto con diversi cubani. Peraltro ora è insegnante in una scuola media molto difficile, è impegnatissima su questioni e attività per gli immigrati, è cristiana ma vota Rifondazione. Ha idee parecchio pauperistiche ed è molto coerente con esse. Non male, insomma.

A sentirla parlare, fatti i conti, va bene. C’è povertà, mancano molte cose, ma poi a fare i conti, nessuno muore di fame, la gente è proprio come la si immagina, la polizia in teoria deve contrastare chi coltiva qualche verdura per rivenderla, ma in effetti chiude un occhio e lascia fare (e ci mancherebbe).
La sanità è eccellente, la scuola anche. Insomma si va avanti con grande dignità.
Le condizioni di vita sono incomparabili con quelle degli altri paesi dell’America latina.
Lei lamenta anzi che alcuni conventi e simili (non il suo) hanno fin troppi lussi e comodità che le persone normali non hanno.
Poi, ogni volta che ci racconta, dice che c’è poca libertà, la polizia controlla, non ci sono elezioni, eccetera. Ma mi pare lo dica per dovere, per abitudine, più che per convinzione. Alla fine ammette che è comunque necessario e che è decisamente meglio così che niente.

Sui gay sono d’accordo. E’vero che c’era repressione, come anche in altri paesi dell’orbita sovietica. E’del resto giusto ricordare, per attenuante, che l’omosessualità era posta nell'elenco delle malattie mentali dall’American Psychiatric Association fino al 1973, quando iniziò un percorso che giunse, alla fine degli anni Ottanta a depennarla da esso. Solo nel 1990, l’Oms l’ha definita come semplice “variante del comportamento sessuale umano”.
Cuba era praticamente Terzo mondo, cultura cattolica, arretrata. Quindi non si poteva sperare che Castro fosse "illuminato" e si ponesse all’avanguardia dei diritti dei gay, in anticipo su tutto il mondo. Certo, sarebbe stato meglio.
Guevara mi pare avesse alcuni pregiudizi, uniti a una ironica indulgenza, verso i gay. Mi pare di ricordare un episodio in cui disse, riferendosi a un omosessuale “è omosessuale ma è in gamba” o qualcosa di questo tenore.
Ripeto, per quanto riguarda i diritti dei gay, la sinistra si è svegliata solo pochi anni fa.
Non sapevo che ora matrimoni gay e coppie di fatto siano legali a Cuba.
Sei sicuro?? Mandami fonti e dati, se puoi. E’un notizione!!

Su tutto il resto su Cuba, come detto, non ho nulla da eccepire. Si è fatto quello che era necessario, nel bene e nel male. Questa è la realtà e basta. Poi si è sempre in tempo a migliorare, ci mancherebbe. Così come è sempre giusto ammettere i propri errori e fare piena luce.
Ma sempre stando attenti a non fare, involontariamente “il gioco del nemico” e prestare il fianco ad attacchi…. Certe critiche se le facciamo “noi” va bene, se le fanno “loro” no… Penso di essermi spiegato.
Sarà scorretto, lo so, ma che ci posso fare?

Sull’idealismo. Niente da ridire. Certo, tutti noi abbiamo un mondo ideale e vorremmo divenisse realtà. Si fa il possibile, in quella direzione.
Si è però, ovvio, anche realisti, ragionevoli, concreti.
Una cosa può essere giusta “in assoluto”, come ideale, ma non esserlo in questa realtà, ovvero non essere giusta da praticare e tentare già sapendo che finirà male.
Non si può cercare sempre di fare una rivoluzione perché ”è giusto”, sapendo che significherebbe far massacrare la gente e poi, porterebbe a nuove repressioni, giro di vite sui diritti, messa fuorilegge di partiti e sindacati, repressione, eccetera.
Il discorso dell’Italia del 1945, su cui ho scritto un po’dappertutto.
In generale, essere realisti e pragmatici (entro un certo limite, ovvio, altrimenti dovremmo andare tutti nel Pd), anche solo per non sprecare il nostro tempo come persone, è la sola risposta.

Intendaimoci, questo vale in entrambe le direzioni.
Essere realista e pragmatico, per quanto mi riguarda significa anche che ora sto co Sinistra Critica, guardo con interesse alla Nuova Sinistra Anticapitalista Francese e al Bloco de Esquerda Portoghese (il simbolo di Sc con la stella che è anche un omino stilizzato è ripresa da quest’ultimo) e, probabilmente, alla coalizione Syriza greca.
Intendiamoci, sono tre situazioni diverse.
A parte la Francia, dove il Pcf è ormai ai minimi termini, in Portogallo e Grecia i Partiti comunisti (i più “vetero” e ortodossi d’Europa) hanno ancora un discreto peso.
Ma anche al di là di questo, se dovessi andare “dove mi porta il cuore” dovrei essere con il Pcp o il Kke.
Eppure, volendo essere concreto, trovo più sensato ammettere che la realtà cambia, che non è quella che vorrei, che è più sensato accettare che oggi serva qualcosa di nuovo, come programma, forma organizzativa, modalità, nomi, linguaggi, simboli.

Se si vuole fare qualcosa di concreto e non limitarsi a “coccolarsi” nelle proprie memorie e fantasie (e io ne ho da vendere, ovvio, con un nome come il mio) e non si vuole restare a svolgere solo un, dignitosissimo, ruolo di “testimonianza”.
Intendiamoci, in un percorso nuovo e una fase diversa dal passato di errori se ne fanno e se ne faranno. E a me non è che entusiasmi a stare insieme a gente dell’Lcr e di Dp. Ma siamo nel 2008, che ci piaccia o no.

Quindi, non rinnegare il passato, non disprezzarlo e non dimenticarlo. Ma anche non restarne prigionieri. Vale per l’oggi, ma penso valga per tutti i passaggi avuti nel XX secolo (che continuo a considerare come “il mio” secolo).
Si fa quel che si può.
Chi ha paura delle critiche e degli sbagli se ne resti a casa e stia tranquillo che sbagli non ne farà (e potrà divertirsi a criticare gli altri…)

Sulla burocrazia siamo d’accordo: imbelle, ottusa, egoista, corrotta, anche reazionaria (certo era “conservatrice”, volendo mantenere i propri privilegi). Tutto quello che vogliamo.
Posso concordare con le tue riflessioni sul delegare, su chi debba gestire il potere, eccetera.
Il solito problema “Chi controlla i controllori??”.
Come scrivo anche in “Socialismo e realtà”, il problema è la scarsa qualità (a mio avviso) del materiale di partenza.
Poi, certo, a maggior ragione, “il potere logora”, chi ce l’ha e chi non ce l’ha…

Bela ha certo presente la discussione su Gramsci.
http://giovaninternazionalisti.forumcommun...net/?t=21435438
Non mi ci sono addentrato, ma ho letto il testo indicato e fondamentalmente lo condivido. Ricordo anche un articolo sul Calendario del Popolo (di cui ovviamente sono un abbonato e affezionato lettore) sullo stesso argomento.
Certo non è su internet, ma appena lo ritrovo, scrivo indicazioni su numero e autore.

Per quanto mi riguarda, Socialismo e Comunismo con la maiuscola, come venivano immaginati ed ipotizzati anche da Marx ed Engels, sono utopia.
Nei paesi in cui, in un modo o nell’altro, si è preso il potere, si è cercato di fare quello che era possibile e che più si avvicinava loro, come forma e come effetto (in Venezuela non c’è un sistema da “socialismo reale” alla cubana, ma quello che si sta facendo da comunque benefici e risultati concreti, magari precari, contraddittori, labili, derivati da un sistema verticistico, ma tant’è: questo passa il convento).

Dio che casino ‘st’intervento!

P.s.: la scena di dieci cinesi incazzati fuori dall’ascensore è da brividi.
Neanche nei film di Jackie Chan!!!
 
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Elpidio Valdes
CAT_IMG Posted on 14/12/2008, 01:43




Si infetti ci s' è fatto un intortamento assurdo con questi interventi :D

Però penso ne è venuta fuori una buona discussione con cose interessanti .

Concordo più o meno su tutto tranne alcuni dettagli :

Che a Cuba ci sono elezioni è un dato di fatto, non voglio dire che non la racconta giusta lei forse lei intende non ci sono elezioni con più partiti ma io la vedo meglio così..
Sulla polizia che controlla molto ecc , si in effetti se vai per esempio all' Avana di polizia ne trovi tanta a pattugliare le strade, ma perchè lì, essendo una meta turistica e quindi tanta gente se ne approfitta dei ricconi occidentali che vengono là pieni di soldi e c è chi per strada mette su truffe o prova a rubargli qualcosa...
Tra l' altro molti cubana all' Avana, sanno bene come Cuba sia vista fuori dal loro Paese, e quindi sapendo cosa pensano di loro i turisti, certa gente piange miseria per potergli spillare soldi .
Poi è ovvio che in una città un pò più grande come l' Avana un pò di delinquenza in più c è e non dimentichiamoci anche che Cuba è costantemente a rischio di attentati terroristici...Le pattuglie servono è normale...
Però al di fuori dell' Avana non mi sembra d' aver visto così tanta polizia...
La polizia controlla molto di sicuro i religiosi, il clero, un pochino forse anche per "pregiudizio", ma un pò anche perchè nei fatti è stato dimostrato più volte che molti "dissidenti", in realtà semplici mercenari, collaboratori degli USA, corrotti e traditori della Rivoluzione in una parola come li chiamano a Cuba : "gusanos", che significa "vermi", spesso molti erano del clero .
Mi ricordo i racconti di un' infiltrata del governo cubano in un nucleo di "dissidenti", lei raccontava che la CIA li pagava per il loro spionaggio un casino di soldi, e che a lei ad esempio questi soldi glieli facevano arrivare tramite una religiosa .
Ma in generale non penso la polizia possa controllare molto tutta la gente..
Poi certo...Cuba non è mica il paradiso, però sta facendo dei progressi sociali continui dalla Rivoluzione ad oggi ed è tuttora in progressiva evoluzione, però rimane pur sempre un Paese del Terzo Mondo, solo che è ormai riconosciuto ufficialmente che è il Paese del Terzo Mondo con la qualità della vita migliore .
Quando si parla delle molte conquiste sociali a Cuba non bisogna dimenticare che le sta raggiungendo con il bloqueo e tutti i vari boicottaggi degli USA.....
Che rappresenta un handicap di proporsioni enormi .
Senza l' embargo il socialismo cubano potrebbe svilupparsi completamente sul serio ed allora non mi immagino quanto di buono si potrebbe fare, che grande evoluzione in positivo subirebbe il Paese sotto tutti gli aspetti..
Si verificherebbe la grandezza della Rivoluzione..Si metterebbe in culo ai capitalisti in maniera definitiva .


Quanto agli omosessuali, io sapevo che Mariela Castro aveva proposto una legge se non sbaglio per mezzo di una raccolta di firme ma non lo so, che appunto riconosceva le coppie di fatto e i matrimoni gay, però anche io l' ho saputo solo di recente che era stata approvata...La fonte la reputo più che attendibile, ma ora cerco un attimo qualche documentazione in più, magari consultabile anche via internet, ti farò risapere presto .



Ma la cosa su cui discordiamo è questa :

CITAZIONE
il problema è la scarsa qualità (a mio avviso) del materiale di partenza

Io non credo, ho anzi grande fiducia nelle capacità umane, l' essere umano è capace di cose magnifiche come di orribili certo...Quello che bisogna fare è cercare di far prevalere le prime .






Modifico perchè ho trovato qualche conferma a giro per il web di quanto si diceva :

(qui il 22 Gennaio scorso si paventava una probabile legalizzazione delle coppie di fatto e dei matrimoni gay a Cuba voluto da Mariela Castro, figlia di Raul Castro e presidente dell' arcigay cubana)

http://notiziegay.blogspot.com/2008/01/cub...-unioni-di.html

Cerco dell' altro...Poi riparlerò anche meglio con chi me lo aveva detto, ma comunque ripeto, la considero una fonte valida al 100%

Ho trovato qualcos' altro, ma anche qui comunque, non so di che data è, ma si dice "Cuba sta per..." , "Cuba potrebbe..." ma comunque anche nel caso che non fosse vero che ancora tale legge deve essere approvata, (ma ormai penso che lo sarà già stata di sicuro...), già questo dimostrerebbe che la lotta per i diritti degli omosessuali lì è comunque molto più avanzata che da noi :

http://www.queerblog.it/tag/Mariela+Castro

anche qui si dice praticamente le stesse cose... :

http://www.queerway.it/dblog/articolo.asp?articolo=369#

Edited by Elpidio Valdes - 14/12/2008, 14:00
 
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nostalgico
CAT_IMG Posted on 14/12/2008, 16:33




Qualche cosa che ho trovato anch’io ieri sera al volo e che ho segnato un po'a caso (magari ci sono anche i tuoi links):
http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=%...5&cmd=v&id=1296
http://209.85.129.132/search?q=cache:cOn2O...t&gl=it&strip=1
http://it.wikipedia.org/wiki/Omosessualit%...in_Nord_America
http://www.adamoeva.info/index2.php?option...do_pdf=1&id=584
http://www.lettera22.it/showart.php?id=8197&rubrica=24
http://209.85.129.132/search?q=cache:SxEFa...lnk&cd=20&gl=it
http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/7314845.stm
http://www.arcigay.it/node/18928
http://209.85.129.132/search?q=cache:TY5jb...lnk&cd=33&gl=it
http://www.sergiologiudice.it/blog/2007/06...ipote-di-fidel/

Ho dato solo una scorsa al volo, ma mi sembrano tutte ottime notizie.
Non prendo tutto per oro colato (qua e la si nega del tutto che vi siano state mai state persecuzioni), ma certo le cose ora procedono decisamente. Non ho messo un links in cui Grillini affermava che anche Raul Castro sia notoriamente omosessuale perché mi sembrava poco importante e poco indicativo.
Comunque, anche il fatto che vi siano telefilm e simili su omosessuali è un ottimo segnale, sia nel senso che il governo sta aprendosi alla questione e sia perché favorisce l’accettazione dell’omosessualità a livello popolare.

Su tutto il resto di quanto dici concordo senz’altro.

Ripeto, la ragazza che mi racconta di Cuba, secondo me, le critiche alla scarsa libertà, al controllo, eccetera, le fa solo per "formalità", come se avesse paura a dire che va davvero bene, perché tutti fanno queste critiche, eccetera. Non so se mi spiego, è pur sempre un'ex novizia, non può cantare "De tu querida presencia comandante Che Guevara" e sventolare la bandiera inneggiando a Fidel.
In definitiva, riconosce che va bene così e si rende conto che Cuba si trovi in una situazione difficile sotto molti punti di vista.
Peraltro, non ha mai detto che le suore del suo ordine (fai conto qualcosa come "sorelle minime della povertà di Gesù figlio di falegname, protettore degli umili e dei diseredati") abbiano problemi con le istituzioni, tutt'altro.
Sono semmai quelli più "normali", ordini più abbienti, eccetera, ad essere, giustamente (anche a suo avviso), malvisti dalla gente e dalla polizia.

Edited by nostalgico - 14/12/2008, 18:56
 
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Bèla Kun
CAT_IMG Posted on 14/12/2008, 18:55




nostalgico:
CITAZIONE
Infatti era implicita, credo, la mia critica all’atteggiamento tiepido e ondivago del Pcf sull’Algeria, eccetera.

altro chetiepido! ila posizione del pcf era nettissima: nessun appoggio (in tutti i sensi) alla lotta di liberazione naz. algerina.


CITAZIONE
tentativi di creare occasioni per destabilizzare.

scusami ma non capisco. a me ogni cosa che destabilizzi mi va bene, e dovrebbe esserlo per tutti i comunisti...


CITAZIONE
Magari era una battuta, un gioco di parole. Io intendevo “socialismo reale” appunto nel senso comune, quello “realizzato”, ovvero i paesi dell’Est.

per me di socialismo reale che sia quello con la S maiuscola o quello realizzato non c'è ne mai stato.. può apparire dogmatico, dovrei argomentare ma non ho molto tempo..


CITAZIONE
Per quanto mi riguarda, Socialismo e Comunismo con la maiuscola, come venivano immaginati ed ipotizzati anche da Marx ed Engels, sono utopia.

su questo non mi trovo d'accordo. certo le cose non andranno di pari passo come sono già andate altrove in passato, o seguendo alla lettera i testi dei rivoluzionari più importanti, certo nessun messia e nessuna profezia da seguire. Ma per me il comunismo ipotizzato da marx non è utopia.
 
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Elpidio Valdes
CAT_IMG Posted on 14/12/2008, 19:05




CITAZIONE
Non prendo tutto per oro colato (qua e la si nega del tutto che vi siano state mai state persecuzioni),

Neanche io, però di fatto che ci fu una vera e propria persecuzione istituzionale contro gli omosessuali è ancora da dimostrare .
Io, (alla luce anche del fatto che Raul appunto è omosessuale ed in fondo fu proprio lui a "reclutare" il Che nella Rivoluzione cubana), dubito che ci sia stata una vera e propria persecuzione nei loro confronti, nel senso di come la vogliono far intendere i reazionari che parlano di omosessuali fatti prigionieri ed internati nei campi UMAP solo perchè omosessuali...
C è chi va a scrivere che Fidel Castro era fortemente omofobico perchè vedeva nell' omosessualità, (oltre che una malattia mentale, ma questo per quei tempi come si è spiegato, era normale), una corruzione del capitalismo, quasi come fosse un malcostume derivato dalla società del consumismo, (un pò come ad esempio molti anziani la vedono ancora come un assenza di principi, di regole di ordine..), e quindi considerasse gli omosessuali contro-rivoluzionari .
Per me è unai tesi inaccettabile e da dimostrare .
Fosse vero questo, allora si vedeva anche in Raul Castro un contro-rivoluzionario?
Uno dei capi della Rivoluzione, fratello del Comandante En Jefe?
E lui non avrebbe fatto nulla ne discusso per nulla in questo con suo fratello o con gli altri?
Io penso che ci fosse intolleranza, (come da noi, in quanto veniamo dalla stessa cultura latina cattolica e maschilista), verso gli omosessuali è fuori discussione, ma il fatto che Raul abbia tendenze omosessuali dimostra che insomma, difficilmente il governo vedesse davvero nell' omosessualità un carattere reazionario..

I campi UMAP alla fine erano stati fatti più che altro per i gusanos, (che ho già scritto cosa si intende con questa parola), per i mercenari contro-rivoluzionari, il fatto che ci finissero degli omosessuali io penso che sia più dovuto al fatto che magari erano omosessuali che criticavano il regime, magari anche solo per contestarne la discriminazione dei gay, e quindi passavano per reazionari, nel senso di oppositori, e da lì l' intolleranza verso gli omosessuali faceva il resto...
Ma non che ci fosse una persecuzione sistematica .
Molti citano l' articolo 603 del codice penale che pare vietasse atteggiamenti omosessuali in pubblico, io penso che i Paesi dove gli atteggiamenti omosessuali in pubblico non venissero considerati oltraggio al pudore in quegli anni erano pochi...
Dal dire che erano vietati atteggiamenti omosessuali in pubblico al dire che se veniva scoperto un omosessuale questo subiva pene atroci e venisse deportato in un campo UMAP solo perchè tale...Scusatemi ma ce ne corre...O per lo meno anche se si fossero verificati episodi simili, di certo non penso che questa fosse la regola .
Poi appunto, non prendere per oro colato nemmeno questo ovviamente, è solo una mia ipotesi questa, ma mi sembra la più logica .
Comunque appunto oggi la situazione sta migliorando a vista d' occhio e senz altro ha superato di gran lunga anche il civilissimo Occidente, (anche se, bisogna pure ammettere, che se non ci fosse stato Raul Castro con tendenze omosessuali e Mariela Castro presidente dell' arcigay cubana...Forse questi progressi non si sarebbero raggiunti è stato anche un colpo di culo ma insomma...)

Edited by Elpidio Valdes - 15/12/2008, 01:58
 
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Elpidio Valdes
CAT_IMG Posted on 14/12/2008, 19:30




Nostaligico ho letto ora quello che hai aggiunto riguardo a quello che ha detto la suora .
Si, ora comprendo meglio, è giusto .

Bela Kun, tentativi di applicare le teorie marxiste ne sono stati fatti invece, poi si può dire che non sempre c è stata coerenza o che non sempre ci siamo riusciti, però è giusto analizzare sia gli errori ma anche i benefici che ci sono stati eccome, per imparare dalle esperienze che abbiamo fatto con questi tentativi e migliorarsi progressivamente .
Nostaligico ha detto molte cose che condivido in pieno, ha detto tipo che ci sono margini di miglioramento per tutto, è vero .
In fondo di questo tratta questa discussione...

Sul pcf e sul fatto che il socialismo di Marx non sia un utopia io sono d' accordo con te
 
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leo nucleo s.
CAT_IMG Posted on 14/12/2008, 23:07




1a parer mio il nazismo prima non c'era perchè il nazista era il nemico,attualmente molti pronipoti di chi ha subito espropri,purghe o semplicemente di chi ha dovuto fare sacrifici(dovuti al periodo storico,all'investimento nell'industria pesante a causa della guerra e della costruione di uno stato moderno che non esisteva sotto lo zar) vedono come primo nemico il ritorno del cmunismo e considerano hitler un liberatore della russia,poi come sappiamo le loro teorie attecchiscono abbastanza bene nel capitalismo.

2il comunismo in un solo paese non è da interpretare a livello teorico,tutti sanno che è antimarxista,è da vederlo in chiave pratica,esci da una guerra civile e poi affronti una guerra mondiale non puoi permetterti di iniziare la rivolta permanente(guerra di conquista troskista),la scelta del comunismo in un solo paese è stata dettata sopratutto dal fatto che se si diceva"noi vogliamo portare il comunismo ovunque"la russia sarebbe durata due giorni,allora la russia disse di voler fare la rivoluzione solo nel suo paese,ma non dimentichiamo che appoggiò vietnam,corea,cuba,cina...insomma a livello teorico nemmeno loro credevano nel comunismo in un solo paese,è stata una scelta di sopravvivenza.

ps.non crediate che io sia per stalin,però cerco di fare un'analisi materialistica
 
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Elpidio Valdes
CAT_IMG Posted on 15/12/2008, 00:13




1concordo, fra i motivi in effetti ci può essere anche questo insieme agli altri

2ripeto che quando si parlava di Rivoluzione Permanente contrapposta alla teoria del socialismo in un Paese solo non era rivolta solamente al disciplinare il comportamento dell' Urss, ma era una teoria aperta a tutti i popoli del mondo, poi in chiave pratica, penso che anche Trotzky sapeva benissimo che non si poteva fare guerra al mondo intero .
Ma questo era solo un aspetto dei contrasti fra Trotzky e Stalin, non era certo l' unico .
Non la considero comunque una "guerra di conquista trotzkysta", quella erano appunto quelle fatte dagli stalinisti dopo, che sostennero appunto Cuba, Vietna, Korea ecc... Semplicemente per motivi legati alla guerra fredda, in cui due potenze si spartivano l' influenza sugli altri Paesi del mondo .
Sarà stata una scelta di sopravvivenza, ma la non realizzazione della rivoluzione mondiale ha fatto si che la storia sia andata così anche in Russia...
Nei casi in cui a livello pratico non è possibile da attuare penso che non la attuano ne trotzkysti ne stalinisti mi sembra normale .
Pensa se si fosse seguita la linea di Trotzky ad esempio e si fosse spinta, incentivata, la Rivoluzione in Germania, (Paese che come l' Italia già Lenin vedeva come possibile Rivoluzione), in fondo le condizioni c erano ed anche il partito comunista tedesco come tutti seguiva quello che gli diceva il pcus, facendo così come progettava Trotzky, sostendola magari anche con l' armata rossa, non ci sarebbe stato il nazismo

Edited by Elpidio Valdes - 15/12/2008, 08:57
 
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leo nucleo s.
CAT_IMG Posted on 15/12/2008, 14:10




mah secondo me c'è una bella differenza fra appoggiare rivolte spontanee come cuba e vietnam(per come la vedo io frutto della solidarietà internazionale dei comunisti,infame sarebbe sytato il comportamento contrario)e conquistare invece altre nazioni e istaurarci governi fantoccio e quest'ultima politica la iniziò proprio trosky con la conquista dell'ucraina.

poi che il troskismo a livello teorico ha i suoi perchè ok,che lo stalinismo fu duro e repressivo ok,però non santifichiamo nessuno e facciamo un'analisi di tutte le esperienze passate.
 
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Elpidio Valdes
CAT_IMG Posted on 15/12/2008, 20:29




Certamente sarebbe stato un comportamento infame se non si fossero sostenuti i Compagni come a Cuba o Vietnam o Korea, ma non è stato certo per solidarietà che è stato fatto ma per puro interesse politico .
Anche l' Urss invase l' Afghanistan e l' Ucraina non era certo un governo fantoccio più di quanto non lo fossero gli "Stati satelliti" dell' Urss di Stalin...
Senza contare che se ben ricordo l' Ucraina faceva parte dell' impero zarista prima che venisse tolta alla Russia dopo la prima guerra mondiale...Quindi alla fine fu una "riconquista" e non credo che il proletariato e la classe operaia ucraine fossero tanto in disappunto...
Poi allora per esempio anche Che Guevara quando partì per la Bolivia era una spedizione, (sebbene Guevara non mi sembra si sia mai rifatto a Trotzky o ne abbia mai rivendicato apertamente nessuna teoria), in piena coerenza con le idee della Rivoluzione Permanente, che in fondo la predicava anche Guevara anche se diciamo "indirettamente", eppure credo difficilmente si possa definire un tentativo di "guerra di conquista trotzkysta" perchè Cuba chiaramente non avrebbe potuto mai assoggettare o controllare la Bolivia....
Ma alla fine non è tanto qui che va ricercata la differenza secondo me .
In fondo appunto se parli con stalinisti o comunque non trotzkysti, anche loro concettualmente sono per la Rivoluzione mondiale .
E' un altro il punto importante .
Io non lo santifico, solo concordo con la sua idea che tra l' altro reputo in coerenza col marxismo stesso .
 
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leo nucleo s.
CAT_IMG Posted on 15/12/2008, 22:09




la classe operaia in ucraina non esisteva,ma era in atto l'autogestione degli anarchici di mackno.comunque tel'ho detto,per la teoria ok,però per il resto nemmeno troski è un santo.
guevara scrisse un manoscritto intitolato"il partito marxista leninista"in cui è possibile notare la sua posizione,egli fu in quel periodo storico affascinato dal modello maoista,ma comunque rimase marxista leninista,che è differente dal troskismo(esempio lampante le corporazioni di troski).poi l'internazionalismo come visto nella nostra discussione,c'è in tutti seppur dichiarato meno,resta il fatto che molti fra cui i troskisti confondono internazionalismo e a-nazionalismo.
cuba e vietnam son state appoggiate per interessi politici,ma ogni conquista comunista è una conquista politica dunque ci vedo poco di male.
con tutto ciò ribadisco non voglio appoggiare tutta la politica dell'urss dalla nascita alla morte,cerco di essere materialista nell'analizzare le cause di molte scelte storiche.
comunque nostalgico ancora non mi spiego come convivi in sinistra critica,anche vedendo le tue posizioni sulla guerra di spagna
 
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Elpidio Valdes
CAT_IMG Posted on 15/12/2008, 22:18




Ora ho problemi con la tastiera ci mettoun casino per scrivere quando posso ti rispondo

Modifico e provo ugualmente a scrivere ma poco perchè mi tocca inventammi 10 bestemmie ogni lettera pe scrivere

Io sono filo-trozkysta sul piano teorico infatti .
Non cerco di santificarlo, però concordo con molte sue analisi, come del resto anche Lenin come per esempio proprio appunto per quanto riguardava la necessità di lavorare per una Rivoluzione mondiale .
Non c era solo da appoggiare i popoli che iniziavano a ribellarsi, ma c era da preparle, sostenerle, provocarle, favorirle, spingerle tali Rivoluzioni perchè si verificassero .
Un programma dell' internazionale comunista che mirasse in maniera determinata, (tenendo conto delle situazioni singole dei var Paesi), alla Rivoluzione mondiale, (questo nei fatti e letteralmente chiedeva Trotzky più che guerre di conquista contro tutto il mondo), ho fatto l' esempio della Germania a cui infatti guardavano molto sia Trotzky che Lenin, è vero che ci fu un insurrezione spontanea degli spartachisti repressa nel sangue, ma non si è tramutata in Rivoluzione proprio perchè tale Rivoluzione non era stata preparata, le condizioni c erano bisognava far si che il partito comunista in Germania mirasse alla Rivolzione e radicasse la concezione della necessità della Rivoluzione nelle masse, nelle fabbriche, nelle piazza, allora la rivolta armata su vasta scala avrebbe preso in tutta la Nazione .
La Germania per fare un esempio .
Ammetto che quel manoscritto, (come altre cose ovviamente), di Guevara mi manca da leggere però so che non fece soltanto apprezzamenti al maoismo...
Il resto lo aggiungerò in un altro momento sta tastiera m ha scassao i cazzo

Edited by Elpidio Valdes - 16/12/2008, 00:35
 
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leo nucleo s.
CAT_IMG Posted on 16/12/2008, 02:15




no infatti ti dicevo che lui in quel periodo fu attratto dal maoismo ma poi scrisse quello che non c'entrava nulla,dichiarandosi marxista-leninista,il pensiero troskista sopratutto per le sue proposte corporativiste è un pò differente.
che la rivoluzione la si deve favorire nelle altre nazioni è ovvio e sacrosanto,poi che in alcune sarebbe stato un massacro è un'altra storia
 
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Elpidio Valdes
CAT_IMG Posted on 18/12/2008, 00:14




In realtà non mi era un documento del tutto nuovo, tempo addietro ne lessi la prefazione, ma non di più ( qui: http://www.ernestoguevara.it/documenti/documenti.htm ) e appunto infatti ridandoci un occhiata ora non ci vedo niente di maoismo anzi come dicevo prima molto del suo marxismo-leninismo lo vede sul legame del governo con le masse e sull' internazionalismo, concetti che richiamano molto più trotzkysmo che stalinismo .
Quanto alle corporazioni di Trotzky per ora, sarà mia ignoranza non lo metto in dubbio, ho sempre detto che ho ancora molto da imparare, non ho problemi ad ammetterlo, pensare di avere la consapevolezza di tutto a 19 anni sarebbe stupido, però se devo essere sincero ne parlando con Compagni trotzkysti o guardando loro siti ne leggendo direttamente vari brani o documenti di Trotzky, ne ho mai trovata traccia..
Ti chiedo se mi puoi passare brani o documenti a riguardo, (non lo dico con polemica ma con ammissione di probabile ignoranza mia) .
In ogni caso, su ciò che ho letto di Trotzky su Rivoluzione Permanente, Rivoluzione immediata ed analisi sull' Urss e sullo stalinismo, concordo col suo pensiero, sulle "proposte corporative", aspetto di documentarmi e poi giudicherò, comunque Lenin stesso lo considerava un marxista-leninista e poi bisogna vedere in che contesto si trovano queste teorie corporative, anche la NEP di Lenin non era certo un atto marxista, però in quella situazione e quel contesto fu necessario, giusto e funzionale allo sviluppo successivo del socialismo .
Comunque sulla frase della eventuale carneficina in alcune nazioni, ho già detto infatti che bisogna continuamente tenere conto delle situazioni delle singole nazioni, ma ovviamente anche Trotzky lo diceva .

Sull' Urss comunque vorrei mettere una cosa tratta direttamente da un vecchio intervento del mio blog :

Tratto da un intervista a Luigi Colombo , partigiano italiano , emigrato in Cecoslovacchia da fine anni 50 durante il regime dell' Urss :

Cosa è cambiato ora qui, al di là del fatto che Cecoslovacchia e Muro non esistono più?


Eravamo giovani, avevamo un sogno nel cassetto e negli anni avevamo visto questo sogno assumere i contorni di un'esperienza reale con tutti i difetti dei quali solo i sogni sono sprovvisti. Ho visto con amarezza gente che del socialismo se ne infischiava, che approfittava della sua posizione per farsi i cavoli propri, mai quelli della gente comune. Ma una cosa la posso dire con certezza, e non temo di essere smentito. La classe operaia difficilmente in altre parti del mondo ed in altri periodi storici starà meglio di come stava qui fino al 1989. Il sindacato esisteva per organizzare le ferie dei lavoratori, tanto i lavoratori stavano bene. Questo Stato che si dice fosse così duro non fu abbastanza duro da costringere le persone a lavorare, e uno Stato che paga tutto e non produce alla fine chiude. Tutti avevano una baita per le vacanze, abbiamo ancora oggi i residui di un'istruzione e di una sanità pubblica invidiabile, anche se ahimè pian piano si sta smantellando tutto. Prendi me per esempio. Arrivato con le elementari, sono arrivato a diplomarmi.

( fonte dell' intervista : senza soste )

Interessante articolo sulla nostalgia dei russi dell' epoca sovietica , a differenza del fascismo per l' Italia , (dove la quasi totalità dei "nostalgici" non lo ha mai vissuto , ed il suo definirsi fascista è dovuto solo a ridicoli e schifosi sentimenti di intolleranza e razzismo verso chiunque sia diverso da loro) , l' epoca "rossa" dell' "Unione delle Repubbliche" è tuttora un ricordo ben fresco e vivo in moltissime generazioni russe :

http://altrenotizie.org/alt/modules.php?op...rticle&sid=6807
 
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nostalgico
CAT_IMG Posted on 18/12/2008, 17:25




Vero, c’è anche l’aspetto della “Ostalgia”.
Sarà anche un po’una moda e certo ci si sta anche speculando su, come su tutto: anche le magliette con il simbolo della Ddr, i prodotti alimentari di una volta, le Trabant, i locali che ricostruiscono quelli del passato, eccetera, sono una merce, in definitiva.
Forse si mescolerà vero rimpianto per il passato a quello per la propria gioventù in quanto tale. Certo finirà con la morte di chi ha vissuto l’”Est”.

L’articolo di Benedetti è corretto, per quanto metta anche l’accento sul sentimento nazionalistico, l’orgoglio per la forza e il prestigio dell’Urss (che è quello che accomuna nostalgici zaristi, stalinisti ottusi e putininani rampanti).

Sottolineerei questo passaggio (al di là dei numeri, sono interessanti queste risposte):
per il 5% perchè tutti erano eguali; per il 9% “perchè allora eravamo più giusti”; per l’11% la nostalgia consiste nel fatto che “in quel periodo eravamo giovani”; per il 31% perchè in quegli anni c’erano stabilita e sicurezza per il futuro.”

Inoltre: “Il tempo di Breznev è stato caratterizzato da tragiche e tremende bugie. Ma è stato anche il tempo della mia vita... il tempo in cui c’era un livello comune di sopravvivenza. Una miseria livellata...”.

E, soprattutto: “Per lo storico Sergej Kara-Murza: “Quel tempo era basato sulla stabilità e sulla calma. Allora si poteva lasciare aperta la porta di casa. Non accadeva nulla. E per chi svolgeva una attività intellettuale quegli anni erano ideali. Ognuno aveva l’indispensabile. E il superfluo, appunto, non era necessario. Nessuno tendeva ad una situazione di relazioni commerciali...”. Per lo scrittore Aleksandr Kabakov: “Definire stabilità l’epoca della stagnazione è una delicatezza. Per me era il tempo senza speranza. Ma oggi c’è la libertà per tutti e c’è soprattutto la libertà di essere volgari...”.

La puntata di Minoli, che si può vedere integralmente arrivandoci da Wikipedia, non è male. Certo meglio ancora vedere “Goodbye Lenin!” (che pure non dà risposte definitive) e “Vodka Lemon” (molto bello, anche se diverso: il tema centrale non è l’”ostalgia” e sembra un po’un film di Kaurismaaki).

Raccomando anche il libro “Nostalgia. Saggi sul rimpianto del comunismo” è ottimo e lucido.

http://it.wikipedia.org/wiki/Ostalgie

http://209.85.129.132/search?q=cache:uh3Bz...clnk&cd=9&gl=it

http://209.85.129.132/search?q=cache:-Zbka...clnk&cd=6&gl=it

http://libreriarizzoli.corriere.it/libro/m...n=9788842491217

http://bloglibri.hoepli.it/dblog/articolo.asp?articolo=189

Aggiungo anche il link con l'interessante intervista a Colombo citata da Elpidio Valdes:
http://www.senzasoste.it/per-non-dimentica...re-il-25-a.html

A riguardo, cercate questo libro sugli ex partigiani fuggiti in Cecoslovacchia (quelli di Schio, della Volante Rossa, eccetera):
"Uomini ex. Lo strano destino di un gruppo di comunisti italiani", di Giuseppe Fiori (Einaudi).
 
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41 replies since 25/11/2008, 00:10   778 views
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