Tifiamo Rivolta

" Non risplende più il sole che scaldava la povera gente, Sta cambiando l' aria il vento dell' Ovest non si fermerà...

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nostalgico
CAT_IMG Posted on 12/12/2008, 20:54 by: nostalgico




Mi sono spiegato male.
Il contestualizzare, cercare di porre nel momento storico, eccetera, era riferito all’approccio delle persone, militanti di base, eccetera. Idem il cercare di comprendere cosa possa esserci dietro il paternalismo, approcci ingenui, retorica, eccetera.

Circa il Pcf non ho negato la cosa né l’ho giustificata. HO anzi detto di averne già sentito qualcosa e cheavrei voluto approfondire. Che il Pcf abbia avuto atteggiamenti ondivaghi e tiepidi l’ho anzi confermato.
Mi pare un artioclo di Prometeo ne parlasse. Appena ho un attimo, cerco anche sul sito di Battaglia.
Sull’articolo dell’Unità, ripeto, non ne so nulla. Alla luce di quanto leggo, cerco di fare ipotesi. Più cose riesco a saperne e meglio è, figuriamoci. Anzi, Bela Kun, se hai altri riferimenti scrivi tutto quello che sai, grazie.

Sul socialismo in un paese solo non era certo il mio ideale, ovvio.
Era un fatto di realismo. Per sommatoria di botte di culo si era arrivati alla presa del potere, peraltro, contro ogni teoria marxiana, in quello che era l’anello debole.

L’allargamento in Mongolia, negli anni Venti o Trenta, beh, fu un fatto un po’diverso. Classe operaia zero, solo steppe, pastori nomadi e yak. Ironizzo, ovvio.

Polonia, Germania, Spagna, i tre esempi che ho portato, erano situazioni diverse.
La guerra con la Polonia fu una guerra quasi in senso stretto: l’esercito della Russia Bolscevica contro quello dei nazionalisti di Pilsudski.
Peraltro una serie di attacchi e contrattacchi, mi pare che il primo attacco fosse partito proprio dalla Polonia, i bolscevichi lo respinsero, poi arrivarono quasi a Varsavia, ci fu un mancato coordinamento fra le truppe di Tukacevskij e quelle di Budenny, secondo alcuni dovuto a voluti errori di ordini e comunicazioni fati da Stalin, invidioso di Tukacevskij.
Mi pare inoltre che i bolscevichi sperassero nell’appoggio degli operai polacchi che invece non ci fu.

L’insurrezione spartachista, come tutti sappiamo, fu rapidamente schiacciata nel sangue dalle truppe e dai freikorps, su ordine del governo socialdemocratico di Noske. Anche lì, mancò l’appoggiodella maggioranza della classe operaia che forse ebbe paura di un’”avventura rivoluzionaria” e preferì il gradualismo e le poche sicurezze date dal governo socialdemocratico.

La Spagna, sulla quale ho fatto e sto facendo approfondimenti, fu un discorso ancora diverso. Riassumo quella che già puoi immaginare essere la mia posizione: era prioritario vincere la guerra, difendere il governo repubblicano, mantenere l’unità più ampia e il consenso popolare.
C’era peraltro la paura che Francia e Gran Bretagna (quest’ultima aveva forti interessi economici in Spagna) avrebbero potuto reagire concretamete, appoggiare Franco, eccetera. Inoltre gli anarchici e la minoranza poumista erano solo un’enclave in Catalogna e Aragona.
Soprattutto, era più che altro la base della Cnt e della Fai a “spingere” (ben quattro ministri anarchici, tra cui la Montseny, prima donna, erano invece entrati nel governo di Fronte Popolare) per la “rivoluzione immediata”.
Inoltre, le milizie anarchiche rifiutavano di essere inquadrate ed organizzate nell’esercito regolare, rifiutavano la disciplina e disobbedivano agli ordini (oltre Hobsbwam, anche Orwell nelle sue “Memorie della guerra di Spagna”riporta degli episodi, e Orwell era nel Poum, certo non uno stalinista).
“Incontrolados” erano definite le riottose truppe anarchiche. Magari eroiche e coraggiose (Durruti per primo), ma come disse qualcuno “c’est magifique mais ce n’est pas la guerre” (o quacosa del genere).

Inoltre, gli anarchici dichiaravano nemici tanto il franchismo quanto la repubblica.
Poi ripeto, anche qui c’è da contestualizzare. Non mi sento di condannare i rivoluzionari, gli anarchici, i poummisti, eccetera, proprio come non mi sento di condannare chi li considerava una “quinta colonna” del franchismo.
Chiusa parentesi.

Certo, un paese ad economia pianificata (e i pochi suoi paesi “satelliti”) non poteva reggere l’”assedio” economico, politico, militare, propagandistico, del resto del mondo, peraltro un paese come l’Urss, che aveva avuto tutto quello di cui abbiamo già detto, oltre una guerra sanguinosa con venti milioni di morti.
Era indispensabile scendere a patti, cercare una convivenza, mantenere rapporti commerciali e diplomatici.
Poi certo, nel frattempo l’Urss, anche per interessi economici, strategici, diplomatici, sostenne movimenti di liberazione, inviò armi e truppe, istruì militari, tecnici, studenti. Insomma, un po’si diede da fare.

E’probabile che l’Urss sia crollata perché non vi fu la rivoluzione mondiale. E’chiaro, aveva troppi handicap. Credo che anche se non vi fosse stata una burocrazia così ottusa e imbelle, prima o poi sarebbe successo.
Niente dura in eterno, figuriamoci una cosa come un paese ad economia pianificata, che si dice comunista, eccetera…
Non era una cosa possibile. Si è fatto quel che si è potuto.
Cuba fece di sua iniziativa e, sai meglio di me, Castro inizialmente non si diceva comunista. Quando vi fu l’appoggio dell’Urss … si adeguò, radicalizzando le proprie posizioni. E fece benissimo, ovvio.

Il pianeta, parliamoci chiaro, è poco più che un grande Risiko, per le potenze.
La vedo così pessimisticamente.

Sulla Cina, certo il razzismo verso gli stranieri c’è (figuriamoci), a maggior ragione, è brutto dirlo, se “gli tocchi le donne”, come ovunque.
Comunque, per quanto ne so c’è anche fra le varie etnie. Ai tempi di Mao , della Lunga Marcia, immagino fosse diverso, poi le cose sono cambiate. In Italia c’era fino a poco fa (se non oggi) verso i meridionali, che parlavano la stessa lingua e venivano da meno di mille chilometri, figuriamoci tra etnie di lingue e culture lontane.
Poi certo, non mi sento di sovrapporre le sovrastrutture culturali e i meccanismi sociali di paesi così diversi. Ripeto, comunque non conosco abbastanza la Cina.
Certo non credo ci siano movimenti nazionalistici organizzati.
Non è certo più il tempo dei Boxers.
In questa fase, anzi, credo la Cina dia il benvenuto ad imprese, manager e capitali stranieri.
Comunque m’incuriosisce la storia di questo tuo conoscente andato in Cina clandestinamente.



Bela, ho visto solo ora il tuo intervento. Lo leggo dopo. Scusa
 
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41 replies since 25/11/2008, 00:10   778 views
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